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Scheda del prodotto


Costruttore: IBM
Categoria: Elaboratore di testi
Luogo d'origine: Vimercate (MB), Italia
Anno produzione: 1977
Catalogato nel: 2018, donato da Guido Epifanio
Dati tecnici: Cpu IBM OPD Mini Processor, RAM 16 KB, floppy disk da 8 pollici (capacità 274 KB), schede magnetiche da 5000 Byte, video da 9 pollici (8 righe di testo), stampante ad impatto a margherita


Descrizione

Le origini del WORD PROCESSING

La IBM produceva macchine da scrivere tradizionali dal 1935, ma fin dai primi anni ´60 aveva iniziato i primi timidi tentativi di informatizzazione del lavoro di scrittura.

oNel 1964 la IBM Magnetic Tape Selectric Typewriter fu il primo sistema di scrittura a memorizzare il testo dattiloscritto su nastro magnetico, con limitate capacità di correzione e modifica dato che era ancora una macchina prevalentemente elettromeccanica. Ma per la prima volta l´operatore poteva battere sui tasti alla massima velocità, senza preoccuparsi degli errori commessi in quanto successivamente correggibili.

oNel 1969 la IBM Mag Card Selectric Typewriter segnò l´introduzione delle inedite schede magnetiche (della stessa forma familiare delle schede perforate) per memorizzare fino a 5.000 caratteri battuti (più di una pagina di dattiloscritto). Il paradigma una pagina = una scheda ebbe molto successo tra gli utenti. Il testo battuto poteva essere corretto, memorizzato e successivamente modificato o ristampato.

oNel 1973 la IBM Mag Card II Typewriter era dotata anche di una memoria interna (a circuiti integrati) di ben 8.000 caratteri, per rendere ancora più flessibili le operazioni di correzione, memorizzazione e ristampa.

oNel 1976 il sistema IBM Word Processor/32 rappresentò il tentativo di portare l´elaborazione dei testi su un vero Sistema informatico di piccola/media dimensione, l´IBM System/32 appunto, con costi però proibitivi (la macchina costava $40.000 oppure era affittabile a $1.000 al mese, oltre EUR4.000 mensili di oggi 2018).

Nel 1977 fu introdotto l´IBM Office System/6, rivoluzionario sotto molti aspetti.
Intanto era un vero elaboratore, con una proprio microprocessore (realizzato in IBM, l´OPD Mini Processor) ed una propria memoria (da 16 KB). Ma non era programmabile, dato che il software specializzato nell´elaborazione dei testi era integrato nell´elettronica (hard-coded), nella cosiddetta Program ROS (Read Only Storage).
Riuniva, in un unico apparecchio, i supporti di memorizzazione più utilizzati dell´epoca, e cioè gli emergenti floppy disk da 8 pollici (capacità 274 KB) e le più convenzionali Magnetic Cards (5.000 bytes), compatibili con tutte le macchine precedentemente prodotte.
Includeva, nella struttura a scrivania, una stampante di qualità per dei risultati su carta ineccepibili: a getto d´inchiostro (tecnologia applicata per la prima volta) oppure, come nel nostro caso, a margherita intercambiabile.
Ma soprattutto - finalmente - c´era un monitor su cui poter vedere e correggere quanto digitato; certo la sua dimensione (9 pollici, 8 righe di testo) oggi fa sorridere, non c´era né la grafica né il mouse, ma il salto tecnologico e prestazionale era notevole.
A proposito, perché solo 8 righe visibili sul monitor? Perché i progettisti IBM vollero emulare quante righe fossero effettivamente visibili dall´operatore su una comune macchina da scrivere, con la carta arrotolata nel carrello.
Veniva inoltre introdotto il concetto di elaborazione dei dati, raggruppati in record. I record potevano successivamente essere uniti a documenti dattiloscritti per creare liste, generare rapporti finanziari, lettere personalizzate (mail-merge), indirizzari, ecc.
Per finire, il sistema poteva essere interconnesso con altri, per realizzare quello che tecnicamente veniva definito "sistema di elaborazione testi con logica condivisa".
Ma il System/6 purtroppo non ottenne grande successo. Intanto era un sistema capriccioso, le visite dei tecnici IBM erano piuttosto frequenti (come testimoniato anche per la nostra macchina). La tastiera era ancora meccanica, con un motore sempre acceso per intercettare il tasto premuto. Ma c´era un motore sempre attivo anche nel lettore floppy e diverse ventole di raffreddamento dell´apparecchio: una macchina decisamente rumorosa. Poi il suo costo elevato ($31.850 oppure $910 al mese in affitto, quasi EUR2.500 di oggi 2018), l´ingombro non indifferente e la difficoltà d´apprendimento del limitato software integrato non convinsero i responsabili degli uffici ad abbandonare le classiche macchine da scrivere, in favore di una tecnologia sicuramente più performante ma non ancora sufficientemente amichevole.
Questo spinse IBM a realizzare, nel 1980, un sistema finalmente indovinato, l´IBM Displaywriter System, che correggeva quasi tutte le imperfezioni del System/6: costo ridotto ($275 d´affitto al mese, circa EUR630 di oggi 2018), corpo macchina diviso in vari elementi facilmente posizionabili in un ufficio, display di dimensioni adeguate (25 righe) e software semplice da usare e finalmente all´altezza del compito.



Particolarità

La nostra macchina, installata il 4 gennaio 1979, è rimasta in utilizzo negli uffici del donatore (lo studio di un noto commercialista del centro di Milano) fino al 1996, come testimoniano le date sui moltissimi floppy che ci sono pervenuti. Tanti, tantissimi anni, se pensiamo che dal 1990 erano già diffusi i sistemi operativi grafici friendly di Apple e Microsoft. Probabilmente la gran mole di dati immagazzinata sulle schede magnetiche e sui floppy, di non immediata conversione sui computer più recenti, spinse i responsabili dello studio a prorogarne la dismissione, ben oltre i tempi che IBM stessa avrebbe mai pensato.


Restauro

Il trasporto da Milano ha necessitato uno smontaggio completo dell'apparecchio, peraltro molto pesante. La macchina è stata ripulita e revisionata, per quanto possibile, ma lo stato di usura di motori, ventole e cinghie ci ha impedito di poterne valutare il funzionamento.
Attualmente è visibile presso il Buzzi Hub, all'Istituto Buzzi di Prato, corredata da tutta la documentazione che ne permette di capire il significato storico.





 
 

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